Se abbiamo compreso esattamente il quesito, i dipendenti possono sicuramente lavorare part-time per più datori di lavoro, senza però poter superare le famose 40 ore settimanali.
Inoltre, nella dichiarazione dei redditi – ai fini del calcolo delle detrazioni fiscali spettanti (per figli a carico, per lavoro dipendente, ecc.) – non si possono comunque indicare più di 365 gg., tenendo presente che l’anno, anche se bisestile, è sempre di 365 giorni.
Nel calcolo dei giorni, ancora a questi fini, vanno comprese anche le giornate di riposo, le festività, le assenze per malattia ecc., e vanno invece sottratte le giornate in cui non spetta al lavoratore alcuna retribuzione.
Ora, se un dipendente lavora per più datori di lavoro per l’intero anno, egli deve rapportare i giorni annuali (365) in base alla percentuale di part-time, in modo che la somma conduca sempre – come tetto massimo – a 365 gg.
Se, diversamente, lavora per una parte dell’anno, ma per più datori di lavoro contemporaneamente, dovrà calcolare le giornate di lavoro effettuate nel corso dell’anno, indicandole – per ogni datore di lavoro – in base alla percentuale del part-time.
Dunque, se, ad esempio, un dipendente lavora dal 01/01/2015 al 30/04/2015 per un datore di lavoro maturando gg. 120 di detrazioni, e successivamente, per il periodo dal 01/05/2015 al 30/06/2015, lavora part-time (al 50%) per due datori di lavoro, maturando ulteriori 61 gg., complessivamente egli avrà maturato nell’anno 181 gg. di detrazione, che saranno così suddivisi: 1° datore di lavoro 120 gg.; 2° datore di lavoro 30 gg.; 3° datore di lavoro 31 gg.
Con i migliori saluti.
Studio Associato
Bacigalupo-Lucidi