Buongiorno Dottore, e ben trovato.
Il quesito che Lei pone è particolarmente più complesso di quanto possa apparire e richiederebbe una serie di elementi ed informazioni specifiche che, oltre a esorbitare da questa sede, necessiterebbero anche di una analisi intertemporale più accurata.
Ad ogni modo è sicuramente interessante e stimolante al tempo stesso da meritare qualche indicazione in proposito che sarà utile e di pronto utilizzo e attraverso la quale poter procedere oltre con successivi approfondimenti.
Le fornisco intanto e in prima battuta un indice immediato che nella esperienza di studio abbiamo via via elaborato e convalidato come ottimale: che il costo del personale si mantenesse attorno ad un valore del 10% del Fatturato.
Occorre però fare subito tre precisazioni: tale percentuale, come Le dicevo, ha mostrato un carattere di stabilità e consistenza in un arco temporale non trascurabile (oltre 30 anni), ma occorre considerare che il riferimento al Fatturato è a quello netto, da IVA e Sconti di Legge, che come Lei ben sa in quello stesso arco temporale sono via via aumentati, e che l’azienda Farmacia presenta, soprattutto se nella forma di Ditta individuale e che opera come Impresa familiare, degli addetti il cui apporto ha senz’altro una rilevanza sui risultati aziendali ma il cui costo non figura direttamente in Bilancio alla voce indicata (costo del personale). E la figura che in questo discorso spicca per prima è proprio quella del Farmacista Titolare.
Detto questo, e passando al dato specifico da Lei richiamato, € 300.000, La posso confortare circa il fatto che abbia rappresentato fino al periodo pre-Covid un valore di riferimento per il settore, con la specificazione che ho già fornito: non Totale degli incassi ma Fatturato (al netto dell’IVA) per addetto.
Vediamo allora di approfondire quali siani gli altri dati ed indici da tenere in considerazione, di concerto con quello indicato, per la sostenibilità economica di una Farmacia.
L’indice Fatturato per addetto è, dal punto di vista economico, un indice di produttività. Vale a dire un rapporto che, attraverso il confronto nel tempo e nello spazio, si utilizza nella pratica economica per valutare l’utilizzo ottimale da parte di un’impresa delle risorse a disposizione. Poiché la forza lavoro è un elemento rilevante, gli indici principali utilizzati sono, oltre al Fatturato medio per addetto, anche l’indice di produttività della forza lavoro, il rapporto tra risultato operativo e il numero degli addetti, il valore aggiunto per addetto, l’incidenza del costo del lavoro sul valore della produzione.
Una considerazione è a questo punto ovvia quanto importante: la produttività delle risorse impiegate, in questo caso della risorsa lavoro, è strettamente correlata alla redditività di quell’azienda, nel senso che un miglioramento della prima consente il miglioramento della seconda. È quindi importante saper monitorare entrambe, produttività e redditività.
Ed ora proseguiamo nel discorso. Una volta calcolato il Fatturato per addetto, abbiamo potuto valutare il rendimento dal lato di come e quanto si vende. Ma sarà fondamentale compiere altri due passaggi. Calcolare l’indice dato dal rapporto tra risultato operativo sul numero degli addetti: in questo modo entrerà in campo, o meglio sotto l’occhio dell’analista, se abbiamo anche comprato bene. Quindi, tornando ai nostri 300K, se sul fronte acquisti abbiamo lavorato male, il risultato potrebbe portare ad un valore, es. 25K, non soddisfacente in termini di sostenibilità economica. Un valore accettabile in senso assoluto non è possibile indicarlo, ma certo è che a questo punto dell’analisi non abbiamo ancora considerato gli altri costi, compreso quello del collaboratore, che, in caso di contratto full time, non sarebbe lontanamente coperto.
Infine si dovrebbe passare a calcolare il Valore aggiunto per addetto, che si ottiene dividendo il risultato operativo (ricavi di vendita – costo di acquisto delle merci) a cui siano stati sommati i costi di beni e servizi acquisiti e utilizzati per vendere quelle merci, la ricchezza prodotta dall’azienda, per il numero degli addetti. Tale valore dovrà ancora andare a spesare gli ammortamenti dei beni acquistati dall’azienda, gli accantonamenti per rischi futuri, la gestione finanziaria dell’azienda e, ovviamente, il costo del personale e infine le imposte. Anche in questo caso, è auspicabile che il VA prodotto da ciascun collaboratore sia maggiore non solo del costo medio dei lavoratori dipendenti ma tenga anche conto delle risorse umane produttive non legate da rapporti di lavoro dipendente o autonomo (collaboratori dell’impresa familiare e Titolare o Soci).
Un ultimo aspetto che mi preme indicare è che un’azienda che ha (da poco) investito nell’acquisto di beni strumentali, materiali o immateriali, avrà bisogno di coprirne il costo dal punto di vista economico con il processo di ammortamento. Un’azienda che invece ha acquisito tali beni in anni precedenti si troverà “scarica” da tali costi, ma solo temporaneamente, e avrà comunque esigenza di produrre un buon Valore Aggiunto per disporre, dal punto di vista finanziario, delle risorse necessarie per effettuare i nuovi investimenti in beni che si riterranno necessari. La soluzione dell’accesso al credito, a volte complicata dal punto di vista strettamente operativo, ha un peso dal punto di vista economico, il costo del danaro, ultimamente aumentato, e che andrà tenuto nel debito conto.
La analisi dei dati aziendali effettuata sul documento informativo per eccellenza che è il Bilancio d’esercizio riguarda inoltre altri aspetti, e andrebbe effettuata ponendo a confronto indici e ratios di anni diversi e i propri con quelli di altre aziende, potendo conoscere il proprio posizionamento sul mercato e nel settore specifico in cui si opera. Molti dati possono essere comunque ricavati già a livello di Farmacia, analizzando quanto risulti dal gestionale opportunamente aggiornato e “interrogato”.
Concludendo, l’attenzione sul solo incasso per addetto può essere non solo riduttiva ma anche fuorviante. Rischia di controllare un dato che, da solo, non porterà ai risultati sperati. Rischia di trascurare o non mettere in piena luce difficoltà o limiti relativi ad altre funzioni aziendali. Spesso, inoltre, crea contrasti o comunque difficoltà tra il Titolare e i Farmacisti Collaboratori, soprattutto quando il ruolo di punto di prossimità sul territorio con i pazienti-clienti e di erogazione dei nuovi servizi sia declinato solo in termini di incasso giornaliero da raggiungere.
Confidando nell’esaustività di quanto indicato, e restando a disposizione per chiarimenti e approfondimenti, Le auguro un meraviglioso proseguimento e un buon lavoro.
Cordiali saluti
Silvia Di Domenico